La condanna by Walter Veltroni

La condanna by Walter Veltroni

autore:Walter Veltroni [Veltroni, Walter]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2024-02-20T12:00:00+00:00


18

Carretta, nel racconto di Vescovo, lo avevamo lasciato lì, sdraiato, mezzo morto, sui binari di un tram. Ce lo hanno messo i manifestanti. Sono uno strano pandemonio, i convenuti sul lungotevere. Ci sono parenti di vittime di Caruso, delinquenti comuni che si scagliano contro Carretta perché è stato il direttore del carcere di Regina Coeli, persone che per ragioni politiche sono mosse da un desiderio di vendetta identificando in quell’uomo tutto il male che hanno conosciuto, Mussolini, Hitler, Koch, Bernasconi. E poi gente che non c’entra nulla, ma che ritiene opportuno sferrare un calcio o un pugno a un pover’uomo che non riesce più neanche a difendersi. Sicuramente, tra gli aguzzini, c’è qualche antifascista del giorno dopo, qualcuno che si è strappato di nascosto la cimice dal bavero della giacca il 25 luglio, dopo aver condiviso le leggi razziali, aver applaudito a piazza Venezia, non aver battuto ciglio per gli assassinii di Matteotti, di Gramsci, degli oppositori del regime.

Carretta ora è solo, a terra, nessuno riesce a salvarlo da quello che è giusto definire il suo martirio. Un corpo che sopravvive al dolore inferto.

Il tenente Vescovo non è riuscito a sottrarlo alla furia della folla, i carabinieri a cavallo sono stati tronfi e inutili, i conducenti delle auto sulle quali il suo corpo ferito è stato deposto sono scappati come conigli, spaventati per le minacce degli esagitati. Gli altri, il cosiddetto popolo, bercia contro di lui e godrebbe a vederlo maciullato sui binari di un tram.

Lo immaginiamo da qui, Loredana e io, e ci si stringe il cuore. Vorremmo farci strada tra la folla che grida con la bava alla bocca, prenderlo in braccio come si fa con un bambino e portarlo via.

Ma il tempo è una striscia che non consente viaggi, se non immaginari.

In quella mattina bastarda del 1944 accade però una cosa straordinaria. Il corpo di Carretta è ormai pronto per essere maciullato, il mattatoio è stato allestito. Lo spirito del tempo, in quei momenti, sembra non poter conoscere increspature. Nessuno, se non chi deve farlo per dovere, si è opposto a quel massacro. Nessuno ha gridato cosa fate, siete pazzi, siete degli assassini.

Tutti zitti. Quel corpo sdrucito d’uomo è il regime, è la guerra, è la fame, è una tessera del pane, è un bombardamento a tappeto, è un gerarca, è il Male.

Arriva da via Ulpiano la circolare nera, quella che passa per la stazione Termini e piazza Cavour. È forse una delle ultime corse del mattino perché nel 1944, per la distruzione delle centrali elettriche da parte dei tedeschi, l’energia è razionata e i tram fanno servizio solo dalle 6.00 alle 9.00; sulle linee più importanti come la circolare nera è concessa una mezz’ora in più, sino alle 9.30, per poi riprendere nel pomeriggio, dalle 14.00 alle 17.00. Il tramviere vede il corpo, la gente in mezzo alla strada e arresta il suo mezzo.

La folla lo incita ad andare avanti. Non è immaginabile, quel giorno, che non si partecipi alla gaudente resa dei conti. Nessuno si può tirare indietro.



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